Vietato il riposo, ok al movimento
“In Isico ripetiamo da anni che il riposo assoluto è controproducente – spiega il dott. Fabio Zaina, fisiatra -si guarisce prima e meglio riprendendo la propria vita quotidiana. Di certo, in alcuni momenti può servire per calmare il dolore, ma esattamente come gli antinfiammatori, che tolgono il dolore ma hanno degli effetti collaterali perché fanno venire mal di stomaco, mettersi a letto a volte dà solo un beneficio a breve termine perché calma i fastidi.
Il movimento, invece, stimola la circolazione sanguigna che porta ossigeno e favorisce lo smaltimento delle sostanze “alogene” che provano dolore”.
Contrariamente a quanto si possa pensare, la posizione seduta non è così naturale come sembra a noi, o per lo meno non è naturale per l’uomo restare seduto tante ore al giorno: in questa posizione la colonna viene affaticata perché non viene rispettata la sua naturale curvatura.
Per questo, chi sta seduto tanto tempo, dovrebbe muoversi il più possibile. Inoltre bisogna cercare di privilegiare le posture corrette e di cambiare spesso posizione.
Infine l’attività fisica con regolarità sotto una buona guida esperta: “La persona che ha sempre mal di schiena, che collega questo male al movimento, o che ha ricevuto l’erroneo messaggio di “non fare” per non scatenare il dolore, finisce per fermarsi e – fermandosi – perde progressivamente le proprie capacità funzionali – continua il dott. Zaina- Ovviamente meno fa e peggio si sente anche emotivamente.
Il riposo assoluto, soprattutto se per lunghi periodi, è allora assolutamente sconsigliato perché, riducendo le richieste fiunzionali alla propria colonna, si finisce per ridurne anche la capacità di fare”.
Esercizi mirati
E allora che fare? “In Isico parliamo di “ricondizionamento”, ossia rieducazione della colonna vertebrale attraverso esercizi mirati al recupero della sua piena capacità funzionale -conclude il dott. Zaina – all’inizio è possibile che il paziente provi dolore, ed è essenziale che il rieducatore si accerti che il dolore sia legato alla “rimessa in moto” della schiena e non rappresenti invece l’effetto di una nuova lesione.
Il ricondizionamento lavora su tutte le componenti organiche della colonna vertebrale, rinforzando i muscoli e recuperando l’articolarità e quindi l’ampiezza e potenza del movimento. Naturalmente al termine della terapia, è essenziale che il paziente continui a fare attività fisica: praticare sport è la prima forma di prevenzione al mal di schiena”.